Non lungi assai dagli Ernici confini
S’erge, tra gli altri Colli, un Colle ameno,
E ne’ suoi lati, e spaziosi fini
Placido scorre il torbido Taleno.D’ambre soavi, e liquidi rubini
Fecondo Bacco il pensile terreno,
Ch’eguagliando Cretesi, e i Falanghini,
Ne gode il ricco, il comodo e l’egeno.Pofi, parlo di te: il Ciel secondo,
Sortisti con stupor d’arte, e natura,
Se Opra di Numi sei, e non del Mondo.Cibel ti diè proporzionata altura,
Giove fecondità, nido giocondo.
Saturno fu ch’edificò tue mura.Giambattista Marino
Così Giambattista Marino, illustre poeta seicentesco, canta Pofi. Il poeta, in seguito alla breve sosta effettuata nella nostra terra, per ringraziare e sdebitarsi dell’ospitalità ricevuta compose questo sonetto. Infatti, tra il 1600 e il 1605, in fuga da Napoli per aver commesso gravi reati, e diretto verso Roma per mettersi al servizio del cardinale Pietro Aldobrandini, durante il suo cammino fece tappa a Pofi, castrum fortificato. Qui, ammirò la bellezza del paese vulcanico e lo definì “nido giocondo”, adornato da vigneti di “ambre soavi” e “liquidi rubini”, che secernono vino pregiato. Posto di atmosfera divina, che deve la sua fertilità a Cibale, Giove e Saturno.
Pofi sorge sulla sommità di una collina, ove si snoda il centro abitato al centro del quale fu costruito un Castello con una propria cinta muraria, porte d’accesso, torri ed edifici al suo interno.
Da qui si gode di una visuale a 360 gradi dell’intera regione, e oltre. Accorciando lo sguardo si possono notare le serre disseminate nella vasta campagna del territorio di pofano: la coltivazione di fiori ha, infatti, preso piede così tanto da rendere la sua base economica basata principalmente su una attività florovivaistica.
La bellezza di Pofi non sta solo nel suo centro storico o nelle vaste campagne, infatti, non molto lontano dal borgo si erge la chiesa di Sant’Antonino costruita tra l’XI e il XII secolo nel luogo in cui, secondo un’antica tradizione, Sant’Antonino avrebbe fatto sgorgare una fonte per dissetare i viandanti diretti a Roma.
La chiesa è in stile romanico e ha la facciata a capanna affiancata dal campanile a più piani con bifore. L’interno della chiesa ha una sola navata ed è affrescato con Scene dell’Inferno, del Paradiso e del Purgatorio ispirate alla Divina Commedia di Dante Alighieri.
A Pofi sono stati, inoltre, rinvenuti resti dell’uomo “Herectus” (Paleolitico) risalenti a 200 mila anni fa e nutriti reperti dell’ “Elephas Meridionalis et Anticus” di circa 400 mila anni fa, oggi conservati nel Museo Preistorico del paese. Qui si custodiscono anche manufatti dell’uomo preistorico e altri reperti del territorio di Pofi.
Pofi è circondata da molti altri luoghi incantevoli da visitare e soprattutto scoprire.
La Riviera di Ulisse, tratto di costa del Lazio Meridionale della provincia di Latina, è a metà strada tra Roma e Napoli, dal Garigliano al Circeo e intreccia la sua storia con quella della Ciociaria, con una comunanza di interessi e realtà storiche e antropologiche.
Con i suoi cento chilometri di litorale la Riviera d’ Ulisse offre una grande varietà di ambienti dove si alternano spiagge di fine rena e promontori rocciosi. Piccolo ma di grande fascino è l’Arcipelago delle Isole Pontine, al centro del Mar Tirreno, con le isole di Ponza, Palmarola, Zannone, Gavi, Ventotene e S. Stefano.
E’ qui che, alla morte di Cristo, la leggenda narra che la montagna si spacca in due mantenendo i lati perfettamente combacianti, diventando morbida sotto la mano del turco miscredente.